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INDIETROLUGLIO ALLE TRE CIME DI LAVAREDOAVANTI
LUGLIO ALLE TRE CIME DI LAVAREDO
Partimmo di buon ora quel mattino, la meta erano le Tre Cime di Lavaredo, qualche nuvola qua e là, il sole si faceva sentire ma oltre i duemila metri la brezza mitigava la calura. Arrivammo sui ghiaioni ai piedi delle Tre Cime con la fame che incominciava a farsi sentire, le nuvole si erano intensificate, il sole quasi all’improvviso sparì dietro le nuvole, l’aria si era fatta fresca, Laura mi guardava ed io guardavo le nubi sempre più cupe, Francesco e Vincenza che erano con noi ci dissero, cosa facciamo? La risposta arrivò quasi subito, un lampo ed un forte tuono sembrò farci cadere il cielo in testa. Poco più in alto vidi una rientranza fra le rocce, in pochi minuti ci arrivammo, ci coprimmo e mentre dallo zaino toglievamo l’occorrente per preparare dei panini, incominciò a nevicare, la neve scendeva sottilissima, ghiacciata spinta da raffiche di vento contro le Tre Cime che stagliate nel cielo plumbeo sembravano un’enorme Cattedrale. Nessuno di noi parlava più, lo spettacolo davanti a noi era troppo emozionante, lentamente mangiavamo i panini, accovacciati e ben coperti ci godevamo lo spettacolo come se fossimo al cinema. Nevicò per una mezz’oretta quel giorno di luglio poi tutto si placò velocemente, feci alcune fotografie, poi decidemmo di raggiungere un rifugio per bere un buon tè caldo. C’era ancora molta strada da fare per ritornare giù, ci incamminammo di buon passo mentre qualche fiocco di neve qua e là scendeva ancora dal cielo carico di nuvole.
Donghi Giuseppe